Diario di un weekend Romano
Roma, 30 Luglio 2017
Approfittando della visita di un amico Messicano, ho avuto il piacere di passare il weekend a Roma. Dovete sapere che ogni volta che arrivo nell’Urbe vengo sopraffatto da mille emozioni. Ogni cosa in quella magica e antica città concede una bellezza che è difficile trovare altrove.
Ci passerei le giornate nella capitale, ma purtroppo per questa occasione di giorni ne avevamo due, due soli giorni a disposizione per 2000 anni di storia, potete immaginare quanto abbiamo camminato.
Durante questi due giorni romani, tra spiegazioni e racconti di ciò che vedevamo, mi sono riscoperto nel ruolo di guida, ma non solo. Questo week end ho imparato anche qualcosa di nuovo; sono tornato a rimeravigliarmi. Mi spiego meglio.
Facendo da guida al ragazzo, rimanevo stupito da quanto lui rimanesse colpito per ogni piccola cosa, per ogni piccolo dettaglio. Le statue per esempio. Non comprendeva come fosse possibile che ovunque, anche negli angoli più nascosti, ci fossero statue così belle, e di una finezza tale da farle sembrare vere. Le ha fotografate tutte. Era felice e curioso come un bambino che scopre per la prima volta il cioccolato.
Altra meraviglia è stata l’entrata in San Pietro. Era senza parole. Provate ad immedesimarvi in un Cristiano che vive la sua fede da migliaia di chilometri di distanza da Roma, provate a pensare la sua devozione a una realtà così lontana, e poi, provate a concretizzarvelo lì, davanti ai vostri occhi, mentre si trova nel cuore della cristianità, nella Basilica più grande del mondo, sotto gli sguardi severi di papi e gli occhi misericordiosi di Maria nella Pietà di Michelangelo. Era uno spettacolo.
Ma non è finita qui. Durante il crepuscolo l’ho portato a vedere la Chiesa di San Bonaventura, sul Palatino. Che bellezza. Per chi non la conoscesse per raggiungerla bisogna fare una passeggiata che partendo dal Colosseo sale su per il Palatino. La stradina è circondata dalle rovine della Roma dei Cesari e la sua magia più grande consiste proprio nelle spettacolari vedute che ha sulla Roma antica. Durante il tramonto poi i colori cambiano e tutto in quell’angolo di mondo si trasforma. I fori assumono un brillante color mattone, l’arco di Tito diventa di un bianco semplice, leggermente sporco che è richiamato in lontananza dalla maestosità dell’altare della patria e, per concludere, il rilassante verde delle siepi che fiancheggiano tutta la passeggiata. Lalo, il ragazzo Messicano, era semplicemente affascinato. Quante foto aveva fatto! Ero riuscito a portarlo via soltanto dicendogli che eravamo in ritardo per la cena. La gola vince su tutto a quanto pare.
Il tornare a meravigliarsi, a stupirsi, a dire “wow” davanti ad ogni bellezza che la vita regala. Il comprendere quanto siamo fortunati ad essere circondati da tante opere e il guardarle con occhi diversi, affamati di novità. Ecco quanto ho appreso in questo week end Romano.
[Foto scattate da me]
[Foto scattate da me]
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