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Il collasso del Venezuela

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Il Venezuela un tempo era una tra le democrazie più lungimiranti dell’America Latina e, sospesa sopra una delle più grandi riserve di petrolio al mondo, era una delle nazioni più ricche del Sud America. Ho usato il passato; quel tempo non c’è più. Ora i sistemi politici ed economici del paese sono nel caos, l’inflazione (l'aumento dei prezzi di beni e servizi, che genera una diminuzione del potere d'acquisto della moneta) è cresciuta in 5 anni del 927%, rendendo impossibile alla popolazione procurarsi medicinali e generi alimentari dignitosi. Le sue città sono violente con un tasso di criminalità pari al 91%. Caracas, la capitale, guadagna il triste titolo di città più pericolosa del pianeta. Queste pessime condizioni, in cui i Venezuelani sono costretti a vivere, sono sfociate in proteste di piazza contro il presidente Maduro, considerato la causa principale del collasso del paese. Lui però non molla, ha consolidato il proprio potere circondandosi di uom

Apriamo gli occhi sullo Yemen

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Negli ultimi giorni gira sul web la foto di Buthaina, bambina   Yemenita di cinque anni. Ha il viso tumefatto, con la mano destra si aiuta, attraverso un gesto spontaneo, ad alzare le palpebre per vedere ciò che vi è al di là di un occhio gonfio e ustionato. La famiglia di Buthaina è stata uccisa in un bombardamento il 25 agosto, lei è l’unica sopravvissuta. Da allora sui social impazza la campagna #occhiaperti sullo Yemen con foto come quella sottostante. Ma come mai bisogna aprire gli occhi? Perché la casa di Buthaina è stata bombardata? Ebbene questo è ciò che cercherò di spiegarvi in questo post. Il 27 Marzo 2015 in Yemen scoppia una guerra civile. Causa? Gli  Houthi  costringono Hadi, presidente Yemenita, a fuggire dalla capitale  Sana'a,  dopo aver  bombardato e  conquistato il palazzo presidenziale . Chi sono gli Houthi? Sono  un gruppo ribelle sciita sostenuto dall’Iran. C’è un problema; Hadi a sua volta è sostenuto dall’Arabia Saudita. Sauditi da

Grecia; la dimenticata d'Europa

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Dalla Puglia si vedono le sue montagne, lontane, oltre il Canale d’Otranto. Una lontananza non esagerata, poche ore di navigazione e si arriva a Merlera, la più a Nord delle Isole Greche.   La crisi economica mondiale degli ultimi anni lì ha colpito forte, e non ha mai smesso di farlo.   Per sette anni le disavventure della dimenticata Atene, le richieste di tagli alle spese pubbliche e gli improbabili accordi della Troika hanno occupato i Tg e i giornali. Oggi nessuno ne parla, la moda cambia, eppure il paese, senza soldi, è sempre nella stessa situazione di sette anni fa.   Vi pare strano? Ve lo dimostro con facilità. Pensate che in Grecia il 23% della popolazione, quasi un quarto, vive sotto la soglia di povertà con 370 euro lordi al mese . Ripeto, un quarto della popolazione! Ma questo è nulla in confronto ad altri dati che benché noiosi ho deciso di riportarvi. Su “Tempi” del 11/06/17 la giornalista Fiorina Capozzi scriveva i seguenti dati che fedelmente riporto.

L'anno all’estero negli USA? No grazie, me lo faccio in Vaticano!

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Nell’epoca dei cervelli in fuga, a scappare dalla vecchia Italia bisogna abituarsi fin da subito, perciò   quale occasione migliore dell’anno all’estero? Passare la quarta superiore in qualche paese lontano, dimenticandosi di professori esigenti, zaini pesanti e terribili versioni di latino. Il sogno di tutti.   Allora sei pronto? Si parte! Ti senti già là vero? Ma infatti lo sei, il tuo aereo sta aspettando che gli indichino il gate dove farti sbarcare, peccato per il sole negli occhi altrimenti avresti potuto ammirare la mitica terra d’America al di fuori del finestrino. E’ stato un volo veloce, un atterraggio perfetto. L’aeroporto all’interno è pieno di scritte in italiano, ti senti a casa. Ti avvii verso le uscite, trovi un uomo sorridente e paffuto che ti aspetta accogliendoti con un “buongiorno”, sei un po’ stordito, pensi “lo avranno imparato apposta per me”, che carini. Il sole accecante non ti permette ancora di vedere bene, presto passa, la vista torna al 100%, all’

Gli Haters e la libertà di parola

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La libertà di parola è un concetto bellissimo e importantissimo, tipico di un occidente che ama l’essere libero e avere la possibilità di esprimere il proprio pensiero senza la paura o il rischio di ripercussioni. E’ un concetto di fiducia e stima reciproca in cui si afferma che ciò che dici tu ha lo stesso valore che dico io, anche se il contenuto dei nostri discorsi è l’opposto. La libertà di parola è ciò che mi permette oggi di scrivere questo post e ciò che permette a voi di leggerlo. La libertà è la cosa più importante in una democrazia, talmente importante che ne è valore intrinseco, non vi è l’una se non vi è l’altra. Nacquero insieme nella bella Grecia qualche millennio fa’, e fu definita   parresia  la facoltà di esprimere liberamente la propria opinione. Che storia interessante. Perché questo discorso? Perché ultimamente sono rimasto colpito da due fatti di cronaca su cui vorrei ragionare con voi. Il primo prende luogo negli Stati Uniti dove fino a qu

Vi racconto cos'è l'Isis in tre minuti

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ISIS è la parola dell’anno, ma da quanti anni? Tre? Direi che ha vinto un bel record! Sono diventati famosi con l’epiteto di “taglia gole” con la complicità di quei filmati girati su calde e sabbiose colline nel Sud della Siria. Hanno cominciato con il giornalista americano James Foley proseguendo poi con decapitazioni di francesi, inglesi, egiziani, persino di giapponesi.  -James Foley e il suo boia- Che cosa raccapricciante. Ora di gole non ne tagliano più, per lo meno non occidentali. Hanno cambiato stile, o meglio, sono ritornati alle origini. Sì, ma quali origini? Scopriamolo. Cos’è Isis?   Partiamo dal nome, orrendo, una sigla, nulla di più.   Islamic state of Iraq and Syria , cioè Stato Islamico di Iraq e Siria. Benché privo di colore il nome dice molto. ISIS è un’organizzazione statale basata sulla legge islamica, la Sharīʿa. Dice altro? Sì, la posizione geografica. Occupa i territori di Siria e Iraq.   Piccola precisazi

La testimonianza che il terrorismo non vince

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Cari amici,  a seguito del triste attentato di ieri pomeriggio a Barcellona un'amica  ha voluto condividere e pubblicare su questo blog un suo pensiero da protagonista indiretta di quanto è accaduto. Ho accettato molto volentieri, sotto potete trovare il suo pensiero. Grazie molte Alessia. "Beh insomma, come già si evince dal nome l'attentato terroristico ha di per sè lo scopo di diffondere terrore. Peró sai, quando si tratta di faccende che riguardano un'altra città, un altro paese europeo, o addirittura un altro continente l'interesse risulta essere quello che è: fugace ed inconsistente. Mi chiamo Alessia, sono diciassetenne ho origini spagnole e vivo in Italia. In questo periodo sono in Spagna per le vacanze, e proprio ieri c'è stato l'attentato a Barcellona, che conta 13 morti e decine di feriti. Quando ho saputo dell'accaduto sono scoppiata in lacrime. Da un punto di vista pressoché fisico penso: «wow, io sono davvero così vicina al