Gli Haters e la libertà di parola
La libertà di parola è un concetto bellissimo e importantissimo, tipico di un occidente che ama l’essere libero e avere la possibilità di esprimere il proprio pensiero senza la paura o il rischio di ripercussioni. E’ un concetto di fiducia e stima reciproca in cui si afferma che ciò che dici tu ha lo stesso valore che dico io, anche se il contenuto dei nostri discorsi è l’opposto.
La libertà di parola è ciò che mi permette oggi di scrivere questo post e ciò che permette a voi di leggerlo. La libertà è la cosa più importante in una democrazia, talmente importante che ne è valore intrinseco, non vi è l’una se non vi è l’altra. Nacquero insieme nella bella Grecia qualche millennio fa’, e fu definita parresia la facoltà di esprimere liberamente la propria opinione. Che storia interessante.
Perché questo discorso?
Perché ultimamente sono rimasto colpito da due fatti di cronaca su cui vorrei ragionare con voi.
Il primo prende luogo negli Stati Uniti dove fino a qualche giorno fa nazionalisti, suprematisti bianchi e neo-nazisti marciavano per le vie delle città Americane rivendicando diritti, denunciando situazioni di odio nei loro confronti e rivendicando la supremazia della razza bianca. Questi gruppi vengono definiti “Haters” cioè coloro che odiano.
Queste loro proteste erano state osteggiate da altri cittadini, dal governo e perfino da aziende private.
Ora, benché le idee di questi gruppi possano solo essere condannabili, perché impedire loro di manifestare ed esprimere ciò che pensano? Chi dà il diritto ad una società come Airbnb di vietare ai manifestanti l’accesso alle case in affitto sul suo sito internet? Chi dà il diritto ai governi locali di impedire loro di protestare? I suprematisti si condannano con le parole, in tribunale, ma non dev’essere proibito loro il diritto di parola, altrimenti si crea un circolo vizioso dove sei tu a diventare suprematista della tua idea, e tu, difensore dei diritti umani lo sei diventato perché molte di quelle manifestazione sono finite in guerriglia anche con il tuo contributo. «Blame on both sides» violenza da entrambi le parti, era stato detto.
Chiudo la parentesi Usa e mi dedico all’Italia con il secondo fatto di cronaca. Gli Haters esistono anche nel nostro paese, il web ne è pieno. Vengono presi di mira tutti e tutto, politici e comici, religioni e filosofie di pensiero. Ma è giusto così, la libertà di parola permette a questi ultimi di esprimersi e a quegli altri, gli haters, di dire la loro, anche se con poca educazione (questo è sbagliatissimo perchè il rispetto è la prima cosa).
Per alcuni però non è giusto che questo accada e così gli haters (chi non è politicante corretto) non potranno più esprimere la propria opinione.
Non ci credete?
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha dato vita ad un tavolo di lavoro con 51 organizzazioni non governative con il compito di monitorare e vigilare l’informazione in rete. Ottimo, l’odio va combattuto, ci sono dati molto allarmanti di Vox (consiglio la lettura dell’articolo cliccando su “Vox”). Ma c’è un problema nella “creatura” di Orlando. Quale? Ha un “senso unico”, in quanto “mette preventivamente alla porta tutti coloro non in linea con il dogma del “politicamente corretto” contemporaneo.”
Cioè? Le Ong prescelte sono 51 e comprendono soggetti impegnati in prima linea su tutti i principali temi del momento: dall’islam all’immigrazione, fino ai rom, gay e gender. Cito alcune di queste Ong: Associazione 21 luglio (diritti dei rom), l’Unione delle comunità islamiche italiane, la Confederazione islamica italiana, la Comunità religiosa islamica italiana, il Centro islamico culturale d’ Italia, Arcigay, Arcilesbica, Rete Lenford, circolo Mario Mieli, associazione Gaynet, circolo Pink di Verona.
Fa sorridere, anzi piangere, che l’unica organizzazione di stampo Cattolica, che quindi rispecchi i valori socio-culturali italiani, sia la Comunità di Sant’Egidio. Tutto il resto? Tralascio commenti.
Se il web nasce come piattaforma libera, perché ostacolarla e soprattutto, perché creare un “corpo di guardia” composto da una sola ideologia di pensiero? Imporre il politicamente corretto è pericolosissimo per una democrazia, in particolare se queste “idee corrette” non sono condivise dalla maggioranza della popolazione.
Io rimango per una libertà totale del web, o perlomeno, se esso debba essere controllato lo sia da un tavolo omogeneo, non strutturato verso un’unica idea politica.
L'articolo 21 della costituzione recita " Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". Spero che nessuno lo abbai dimenticato.
Voi cosa ne pensate?
Comunque sia #vivalalibertàdiparola #vivalademocrazia
Carlo
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