L'anno all’estero negli USA? No grazie, me lo faccio in Vaticano!
Nell’epoca dei cervelli in fuga, a scappare dalla vecchia Italia bisogna abituarsi fin da subito, perciò quale occasione migliore dell’anno all’estero? Passare la quarta superiore in qualche paese lontano, dimenticandosi di professori esigenti, zaini pesanti e terribili versioni di latino. Il sogno di tutti.
Allora sei pronto? Si parte! Ti senti già là vero? Ma infatti lo sei, il tuo aereo sta aspettando che gli indichino il gate dove farti sbarcare, peccato per il sole negli occhi altrimenti avresti potuto ammirare la mitica terra d’America al di fuori del finestrino. E’ stato un volo veloce, un atterraggio perfetto. L’aeroporto all’interno è pieno di scritte in italiano, ti senti a casa. Ti avvii verso le uscite, trovi un uomo sorridente e paffuto che ti aspetta accogliendoti con un “buongiorno”, sei un po’ stordito, pensi “lo avranno imparato apposta per me”, che carini. Il sole accecante non ti permette ancora di vedere bene, presto passa, la vista torna al 100%, all’orizzonte si staglia la cupola di San Pietro. Un urlo. “Che ci faccio in Vaticano?”.
Convinto di esserti iscritto alla St. Apollinaris, 3700 Lassen Street, Napa, California, ti ritrovi studente del St. Apollinare, via Aurelia 208, Città del Vaticano.
Cosa fare? Spieghi del malinteso, ti viene proposto di tornare a casa, oppure puoi rimanere lì. Cosa farai temerario studente fuori sede? Roma è pur sempre Roma, perché non tentare. Così sia!
Alla fine l’anno passa veloce e devi ammettere che il divertimento non manca. Certo, mentre i tuoi amici che sono negli States si fanno selfie con le cheerleaders, tu ti devi accontentare delle guardie svizzere. Poco male, d’altra parte però ogni qual volta tu lo desideri puoi entrare nei maestosi musei vaticani, circondato da Amazzoni Greche, statue di Venere ed Atene, che ai “marmorei” fisici delle cheerleaders li fanno un baffo.
E poi pensaci bene Vaticanista dell’ultimo minuto, non sarebbe male andare ad approfondire la tua cultura là dove ne è il cuore.
In un mondo globalizzato riscoprire la nostra unicità artistica, storica, culturale e personale è parecchio utile, non significa diventare populisti, ma anzi attenti scrutatori del nostro essere “nazione e mondo” contemporaneamente, cogliendo differenze ed uguaglianze e puntando ad una loro reciproca valorizzazione.
Pensaci attentamente. Mentre gli americani distruggono le statue di Cristoforo Colombo scegliendo una triste riqualificazione culturale precolombiana ( e vai a vederla sta gran cultura), forse trovare rifugio nelle possenti mura vaticane non è male.
Anzi pensa quale assurda e perfettamente riuscita forma di alternativismo! Hai vinto tutto!
Detto questo l'anno all'estero è comunque un grande tesoro, permette una crescita personale davvero importante, di apprendere e scoprire un’idea di vivere e di fare scuola completamente differente. Quest’ultima in Italia, sotto certi punti di vista, vale molto. Nello stesso tempo però, a causa di una mole di studio a dir poco pesante, impedisce altrettante esperienze molto significative e rilevanti per la propria crescita personale. Lo stesso anno all’estero è in molte scuole osteggiato da alcuni professori "old style".
Forse sarebbe utile studiare una via di mezzo e ripensare il nostro sistema scolastico che oggi è valido ma non adeguato ai tempi che cambiano vorticosamente.
Carlo
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